Uno spazio di riflessione e sperimentazione per donne cis e soggettività trans e non binarie dotate di genitali variamente femminili. Il tema è la masturbazione, considerata da un punto di vista olistico. Elemento fondamentale della conoscenza di sé e della salute sessuale di ogni persona, l’autoerotismo è purtroppo ancora stigmatizzato: spesso rimane un oggetto misterioso, rappresentato male e vissuto peggio. Eppure è sull’autonomia dell’orgasmo che si basa la possibilità non solo di abitare i nostri corpi nella pienezza, ma anche di gestire i nostri vincoli e le nostre scelte in termini di sessualità a partire dal benessere. L’obiettivo del laboratorio è di sperimentare la connessione con il nostro piacere, riconoscendolo nella sua forma integrale (non semplicemente meccanica) e poterlo vivere nella dimensione dell’intimità condivisa.
Max 20 partecipanti
È consigliato portare un tappetino, un cuscino o qualcosa di morbido su cui poggiarsi e, se vi va di farli vedere, anche gli oggetti che vi danno piacere.
Attivista transfemminista, usa performance, scrittura e pratiche somatiche per dinamizzare processi di “impoteramento” e consapevolezza di sé fin dal 2009. Ha animato la scena della postpornografia italiana insieme a Rachele Borghi col progetto Zarra Bonheur, come parte de Le ragazze del porno e traducendo e facilitando contatti e connessioni biopolitiche tra l’Italia e la Spagna, dove risiede da vent’anni. È formata in educazione sessuale femminista e con Serena Caló dirige Psicoerotica Femminista, laboratorio di sperimentazione terapeutica creativa e collettiva che integra pornografia e psicoanalisi.
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